mercoledì 31 marzo 2010

337 voti ha preso Paolo Bellino detto "Rotafixa", presentatosi come indipendente nei Verdi. Da qui vorrei partire, anche per chiarire le idee a coloro che leggendo questo blog a volte si imbattono in considerazioni “politiche” e forse le ritengono off topic, ma fuori tema non sono.
Si può dire tutto di queste elezioni, del deficit strutturale della sinistra – le dichiarazioni ridicole dei leader che ancora difendono il loro operato – e anche dei Verdi. Luigi Nieri (Sec), ex assessore alla Regione Lazio: “teniamo” (mi pare che si tratti del 3%). Bersani: “Il Pd tiene e accorcia le distanze”. Ormai siamo all'avanspettacolo. Venendo ai Verdi, sono ormai quasi spariti. Oggi l’onda verde è cavalcata astutamente dalla pubblicità, tutti i paesi europei hanno schieramenti ecologisti, ci sono gruppi come Greenpeace (che non fa attività politica) che hanno un impatto mediatico notevole. In Italia invece una rappresentanza ecologista è scarsissima: si limita ai Verdi e ora all'aggiunta di una 'e' di 'ecologia' nello schieramento di "Sinistra ecologia e libertà". I Verdi scontano anche una mostruosa galleria di portavoce inanellata negli anni, con qualche eccezione sporadica, fino al volenteroso Bonelli che si è trovato a raccogliere i cocci. (E che ha fatto uno sciopero della fame di un mese, quindi non un tipo "chiacchiere e distintivo", a cui purtroppo la compagine dei Verdi ci ha abituato.) Tutto questo per dire che candidarsi da indipendente nei Verdi, come ha fatto Paolo, non può assolutamente considerarsi una mossa “furba” per aggiudicarsi un posto nel consiglio regionale.
Detto questo, è interessante notare come i ciclisti urbani si siano disinteressati alla possibilità di mandare uno di loro alla Regione, pur con tutti i limiti che questa presenza isolata avrebbe significato nel marasma delle fameliche lobby che si contendono il territorio e le sue risorse. Qualcuno da solo, a fronteggiare le dinamiche a cui deve sottostare chi sposa la rappresentatività. Alcuni ciclisti abitualmente non votano, altri votano altri partiti, altri ancora si sono mostrati ostili a quel particolare candidato, o forse hanno temuto una strumentalizzazione del velocipede per scopi elettorali. Secondo me, valeva la pena provarci.
Fatto sta che la comunità eterogenea dei ciclisti cittadini non riesce a fare molto a livello politico-istituzionale. Probabilmente per molti è fatica sprecata. L’ho pensato spesso anch’io, ma non sempre. Alla fine, prevale l’associazionismo che promuove biciclettate, ma l’effetto sulle istituzioni è nullo. Esistono la Critical Mass e le ciclofficine (di cui qui non vorrei parlare perché, secondo me, funzionano). Per il resto l’immagine che emerge della bici in città è quella di un oggetto ricreativo, e non di un mezzo di trasporto. L’immagine che domina orienta le scelte degli amministratori che, per tornaconto e per senso della giustizia, danno spazio alle tendenze dominanti. Ma se i primi a non credere a un uso intensivo della bici come mezzo di trasporto sono i ciclisti, c'è poco da fare. I ciclisti urbani non sanno trovare una forma credibile e condivisa di rappresentanza. Ci sono i ciclisti “sportivi” che in larga parte si disinteressano della ciclabilità urbana, ci sono i ciclisti sporadici (giretti in primavera-estate) e ci sono anche molti ciclisti assidui che si disinteressano totalmente di qualsiasi forma, non dico di azione politica, ma anche di partecipazione a qualsivoglia iniziativa collettiva, foss’anche la famosa biciclettata. Ci sono gli operai stranieri che a volte ho visto alle 4 di mattina dirigersi pedalando al cantiere. C'è un signore che tutte le mattine alle 6 esatte con il giubbetto catatifrangente passa sotto casa mia con una cadenza lenta e incessante.
Quindi prevale l’isolamento individuale, che poi è l’isolamento che dobbiamo affrontare ogni giorno quando usciamo in strada con la bici. Salvo sbracciarci a salutare come un vecchio amico il primo ciclista che incontriamo. Non c'è l'Aci a rappresentarci, anche se non vogliamo e ce ne stiamo a casa, come accade per gli automobilisti.
L’unica novità recente a Roma è stato il coordinamento “Di traffico si muore”, di cui Paolo fa parte, che con il semplice acquisto di un misuratore di velocità laser ha ottenuto una consistente visibilità mediatica. Vediamo auto sfrecciare in città, ma nessuno ha mai detto che vanno a 80-90-100 Km/h (su via dei Fori imperiali dove Eva è stata uccisa in uno scontro). La mancata osservanza delle regole del Codice della Strada è la principale causa di scontri, morti e feriti. Eppure, ormai le regole sensate sui limiti di velocità e tutto il resto sembrano passate di moda.
Dopo la morte di Eva e la nascita del coordinamento, il Comune di Roma, nella persona dell’assessore De Lillo, ha invitato i ciclisti urbani a diversi incontri. I ciclisti hanno presentato un decalogo che era alla base anche del programma del candidato Bellino. Che queste iniziative portino a qualcosa di concreto da parte del Comune di Roma è difficile dirlo. A proposito, si diceva che entro febbraio il Comune di Roma avrebbe approvato nuove regole per le bici nei condomini; qualcuno sa se ci sono novità?
È inutile far finta di niente: le istituzioni si muovono quando i problemi diventano visibili. A rendere visibili i problemi devono essere le categorie interessate. Altrimenti i problemi semplicemente non esistono. Della morte di Eva, dopo la quale è nata l’idea del coordinamento “Di traffico si muore”, non si sarebbe neanche parlato se qualcuno non lo avesse fatto presente.
Il disgregamento dei ciclisti urbani non può che favorire il disinteresse delle istituzioni. Nel nostro microcosmo romano continuerà a dominare il modello imposto nei tipici articoli primaverili sulla bici: andate nei parchi, gonfiare le ruote, necessità di idratarsi, attenti alla prostata. E le solite noiose litanie sui sette colli, i sampietrini, come fai col sudore al lavoro, ecc. Di ciclabilità neanche l’ombra. Continueremo a cliccare sui siti danesi e a sognare di andare giro in bici a Copenhagen, oltre a segnalare sterilmente la psciopatologia di tanti conducenti romani di mezzi a motore.

martedì 30 marzo 2010

da Luigi Bairo, Tutti in bici fino all'isola delle anguille,
Intervista al maestro di scuola Gianni Milano. Il libro integrale trovasi qui.

LB. Cosa ne pensavano i genitori dei tuoi allievi di questa inusuale forma
di insegnamento ?

GM: Capirono che in questo modo venivano sfruttate le energie e le
abitudini dei loro figli in strada, trasformando le loro scorribande in
apprendimento. E dopo non molto iniziarono a collaborare. Ci insegnarono
a realizzare sacche in tela per metterci dentro gli attrezzi del pronto
soccorso per le bici, vennero in aula a darci dimostrazione pratica di come
si aggiusta una gomma forata, non fecero mai mancare una due ruote ai
loro figli. Di questo li ringrazio.

lunedì 29 marzo 2010

Baugé: oro nero in pista

Grégory Baugé (Fra) ha vinto il suo secondo titolo mondiale consecutivo nello sprint, ai mondiali di ciclismo su pista. "In Guadalupa ci sono corridori molto validi e se crescessero sarebbe un beneficio per tutto il ciclismo francese".
Non nasconde i problemi avuti con il razzismo: "Sono fiero di battere i ciclisti di pelle bianca". Volete una prova della sua abilità? Guardate questo.

venerdì 26 marzo 2010

Oggi sui giornali 2

La Russa: "Mangerò un asino vivo se ci sorpassano". L'imbarazzo della scelta.

Berlusconi: "Nel Pdl si decide a maggioranza". La sua.


"Il Pd vuole la riforma elettorale per rispondere al presidenzialismo. Bersani pensa al "mattarellum", D'Alema al sistema tedesco". Paleontologia allo sbaraglio.


Il ministro Brambilla vuole presentare un ddl per lo sviluppo del golf. E il curling?

giovedì 25 marzo 2010

Votiamo Paolo Bellino "Rotafixa" alla Regione Lazio

www.movimentofisso.it
 

L'Agenzia Roma Servizi per la Mobilità

Le politiche della mobilità a Roma verranno decise nella nuova sede dell'Agenzia Roma Servizi per la Mobilità. I nuovi assetti degli spostamenti nella Capitale riguardano autobus, treni, metropolitane, car sharing, car pooling, speriamo anche biciclette, e non soltanto con la solita, abusata formula del bike sharing alla romana ma con qualcosa di nuovo (almeno per Roma).
La sede si trova in via Mosca, a circa 10 Km dal centro. Se è bene decentrare, va sottolineato che i circa 300 esperti di mobilità saranno costretti ad andare al lavoro in automobile. Ci sono alcuni autobus periferici che passano ogni 25 minuti e impiegano fra i 30 minuti e un'ora per giungere a via Mosca. Non è affatto una lezione di coerenza.

mercoledì 24 marzo 2010

Oggi sui giornali

Berlusconi: “Io collante della sinistra”. Magari.

Enrico Letta: “Se perderà non chiederemo le dimissioni”. Alta diplomazia.

Il leghista: “Un test d’italiano per chi vuole aprire un bar”. Un test d’italiano per chi si vuole candidare.

Bossi: primo comizio per il figlio. «È in lista perché ha lavorato”. Lavorare candida.

“Liguria: la sfida bis tra Burlando e Biasotti”. Partito unico.

martedì 23 marzo 2010

L'aiuto per lo sviluppo

«L'aiuto allo sviluppo ha contribuito a distruggere l'agricoltura di base e a smantellare i sistemi di protezione sociale, causando indirettamente morti e malati che si sarebbero potuti evitare».




En finir avec la dépendance à l’aide, PUBLICETIM N°34, 224 pages, 2009

Manca l'acqua: più morti che in guerra

«Muoiono più persone per l'acqua non potabile che per le guerre». Lo ha detto il segretario generale dell'Onu Ban Ki-Moon, in occasione della Giornata mondiale dell'acqua (22 marzo).
«L'acqua è fonte di vita e rappresenta il nesso che lega tutti gli esseri viventi su questo pianeta».

lunedì 22 marzo 2010

Proprio come in Italia

La socialista, la verde e la comunista, ecco le donne che fanno tremare l'Eliseo. Sono riuscite a unire la gauche in poco più di 24 ore. La sinistra che vince in Francia ha il volto di tre donne.

giovedì 18 marzo 2010

Vogliamo l'acqua pubblica. 20 marzo tutti a Roma



Manifestazione nazionale a Roma. Sabato 20 marzo, ore 14 a Piazza della Repubblica. L'acqua è un bene comune, è bene che resti tale.
Partecipa anche tu in bicicletta, con borraccia riempita alla fontanella.

Lo strano caso del ponte sulla ciclabile

 Il ponte sulla ciclabile Ponte Milvio-Castel Giubileo stamattina

Che strano. Oggi, mentre percorrevo la ciclabile, ripensavo alla storia del ponte interrotto da circa un anno e mezzo sulla Ponte Milvio-Castel Giubileo. Nel 2008, una serie di piogge insistenti fecero gonfiare il torrente Crèmera che scorre sotto i due ponti, quello ferroviario e quello della ciclabile, che sorgono affiancati a poca distanza, una quindicina di metri. Il torrente viene intubato e in seguito a queste piogge, il ponte della ciclabile viene chiuso. Quello ferroviario resta aperto: i treni, che pesano centinaia di tonnellate, rallentano in prossimità del ponte. Ma passano. O il ponte era pericolante e i treni sono passati lo stesso, con grande rischio per i passeggeri, oppure questi lavori di rinforzo non erano di immediata necessità.

I lavori al ponte ferroviario sono comunque iniziati rapidamente. Il ponte è stato rinforzato con gran copia di ferro e cemento; ora i lavori al ponte ferroviario appaiono conclusi.

Come mai, se era pericoloso – e quindi è stato giustamente rinforzato – il ponte ferroviario non è stato chiuso, mentre quello ciclabile sì? Come mai, dopo un anno e mezzo, del ponte della ciclabile nessuno si occupa? È davvero così pericoloso o qualcuno ha esagerato con l'allarmismo?

mercoledì 17 marzo 2010

Marciapiedi illegali a Monte Mario

Qualche tempo fa mi è capitato di camminare per le strade del mio quartiere, Monte Mario. Per essere più preciso, sono andato da via Maria Montessori a via Trionfale, all'altezza del parco-parcheggio di Santa Maria della Pietà. Di sera. Alcune falle del sistema viario le conoscevo bene anche prima, ma la passeggiata, se  così vogliamo chiamarla, mi ha aperto gli occhi sullo stato disastroso di queste strade. Credo che solo in alcune zone dell'Africa sub-sahariana si trovino situazioni analoghe; a questi Paesi, dotati di un Pil ben più basso dell'Italia va tutta la nostra solidarietà. Da qualche mese stanno facendo i lavori. Da mesi si stanno effettuando dei lavori, ma alcune cose stanno addirittura peggiorando.
La prima domanda scaturisce spontanea: invece di spendere denaro pubblico nella realizzazione dell'ampliamento della via Trionfale, all'altezza della scuola Nazario Sauro fino all'entrata del Gemelli, non si potevano sistemare i marciapiedi e tutelare meglio il transito pedonale? L'allargamento della Trionfale in quel punto è inutile per due motivi:
1) Non serve a nulla, perché su via Trionfale viene paralizzato dall'imbuto costituito dal nuovo assetto del ponte sul Grande Raccordo Anulare;
2) L'opera presenta evidenti problemi, primo fra tutti, l'incredibile decisione di realizzare un marciapiedi dotato di una pericolosissima pendenza, come ho già segnalato in altre occasioni sul mio blog “rotazioni”. C'è di più: l'opera è illegale e dovrà essere smantellata. Il marciapiedi è illegale. Infatti, l'inclinazione massima ammessa da normativa per un marciapiede è dell'1%. Il riferimento legislativo è il DM 236/89 art.8.2.1 Prescrizioni tecniche necessarie a garantire l'accessibilità, l'adattabilità e la visitabilità degli edifici privati e di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata e agevolata, ai fini del superamento e dell'eliminazione delle barriere architettoniche.

Il marciapiedi della Curva di via Trionfale è illegale. Nessuno finora ha detto nulla. Sono soldi pubblici, spesi inutilmente.

Di fronte a cotanto capolavoro, sono evidenti le difficoltà che incontrerebbero una mamma con il passeggino o a una persona anziana; immaginiamo una persona su una sedia a rotelle che debba passare di qui!
L'impossibilità di percorrere questo marciapiedi è aggravata dal fatto che sul lato opposto non ci sono alternative migliori. Il marciapiedi è strettissimo e dissestato.
In realtà tutto il percorso da me fatto da via Montessori a via Trionfale impedisce ai pedoni di camminare normalmente, non solo di condurre veicoli a ruote. Si deve ripetutamente invadere la sede stradale, e non per piccoli tratti, con rischiose conseguenze.
Inoltre segnalo il pericolo costituito dai tombini disposti lungo la curva. Sono sollevati dal livello stradale e formano delle montagnette, che saranno scomode ma innocue per le automobili e il traffico pesante (seppure con rischio di sbandamenti), ma sono assolutamente pericolosi per le biciclette e le moto. Creano un pericoloso saliscendi, tipo montagne russe: e in una curva, vicino a un marciapiedi, tallonati dalle automobili, ciò costituisce un serio problema di sicurezza.
Ritorno ai problemi del percorso pedonale.
I marciapiedi sul lato destro della strada, procedendo verso Santa Maria della Pietà, sono pressoché inesistenti e la loro larghezza, ridottissima, coincide con lo spazio occupato dagli alberi: pertanto, incontrando l'albero, bisogna ogni volta passare sulla strada e risalire. Immaginiamo i pericoli e il disagio di una madre con un passeggino e magari la busta della spesa nel compiere questo percorso.
I marciapiedi dello svincolo “autostradale” della Galleria Giovanni XXIII sono strettissimi; ieri sera, le luci pubbliche erano anche spente. Lo sono da diversi giorni. In ogni caso, il percorso dei pedoni è affidato al fai-da-te: è molto pericoloso e non ci sono indicazioni di sorta. Nessuna indicazione, nessun attraversamento per i mezzi dotati di ruote. E velocità da gran premio dei mezzi a motore. Inutile sperare di trovare delle strisce pedonali, perché questo approccio “autostradale” alla costruzione di strade non tiene assolutamente conto dei pedoni e dei ciclisti, che rischiano costantemente la vita perché le auto vadano più veloci! Questi svincoli favoriscono infatti l'alta velocità dei veicoli a motore e anche la distrazione dell'automobilista il quale, agevolato nelle immissioni dal profilo della strada, imbocca la strada principale ad alta velocità e finisce per imporre la propria presenza a chi avrebbe diritto alla precedenza, con elevato rischio di incidenti. (Del resto, l'idea stessa di fluidificazione del traffico urbano tramite questi sistemi, è fallimentare, come hanno dimostrato autorevoli studi.)
Più avanti, i marciapiedi sono perennemente ingombri di automobili e furgoni. Gli agenti della Polizia Municipale di Roma (presenti costantemente nella zona dal lunedì al venerdì) non multano queste auto. Forse ora il nuovo assetto viario porterà a un giro di vite. Forse. Il parcheggio sul marciapiedi, i cassonetti dell'Ama e le numerose buche, creano un percorso molto accidentato, spesso impossibile per i pedoni.

Ma il gioiello della zona è il marciapiedi intermittente, che adesso è stato smantellato. Si sta costruendo un marciapiedi in mezzo a due corsie, sarà probabilmente un tratto di preferenziale. In questo modo, spariscono i posti auto. A me non interessa molto, ma a commercianti della zona dovrebbe interessare. Avranno davanti una specie di autostrada sulla quale sarà impossibile fermarsi. E il pedone che fa? S'arrangia. Sarà stato il frutto perverso di un compromesso tra de fazioni in lotta all'Assessorato Lavori Pubblici del Comune di Roma?
Un'ultima parola va detta per le auto in sosta, nell'amato barrio di via Trionfale (si chiama Sant'Onofrio, ma pochi se ne ricordano, a parte la toponomastica ufficiale): a ridosso di tutti gli incroci, quindi in curva e sugli attraversamenti pedonali (inesistenti in termini di tinteggiatura) vedo sempre auto in sosta. Come ho detto, gli agenti della Municipale sono presenti spesso in questa zona, ma non mi risulta che siano mai state elevate contravvenzioni a queste auto.
In anni recenti, si sono verificati diversi investimenti, con morti e feriti, per colpa di queste auto in divieto di sosta. Esse, infatti, occultano la visuale sia al pedone sia all'automobilista che sopraggiunge. Ma sembra che queste vittime non abbiano insegnato nulla a nessuno.

martedì 16 marzo 2010

Piste elettorali a Roma

Ricevo da Maria e pubblico volentieri:
«In alternativa alle piste ciclabili l'attuale amministrazione sta sperimentando con successe le "piste elettorali": si tratta di lunghi tratti transennati, in genere pedonali, adornati da manifesti formato facciata, per coprire il degrado dell'intonaco in zone particolarmente attaccate dall'umidità.
 
Lo stesso modello realizzato sul Lungotevere Flaminio, in prossimità di piazzale Belle Arti, non potrebbe essere realizzato ovunque?»


Devo aggiungere che di umidità ce n'è parecchia, nel Lazio e in questo Paese. E che le piste elettorali, come alcune ciclabili della Capitale, finiscono contro le transenne o un muro.

lunedì 15 marzo 2010

Bici e consumo critico

Tutto cominciò nel 2004. Da una parte c'era la Kryptonite, azienda statunitense produttrice di lucchetti per biciclette. Dall'altra un ciclista di San Francisco, Chris Brennan che, sul web, dimostrò con un video come fosse facile aprire con una penna Bic uno dei “blindatissimi” prodotti della società americana. Un articolo apparve anche sulla rivista Wired.
L'azienda inizialmente sottovalutò il video che sui diffuse in tutto il mondo. Fu poi costretta a sostituire gratuitamente 40 mila pezzi (cfr. Federico Ferrazza, “In Internet mi gioco l'azienda”, L'Espresso, 11 marzo 2010, p. 152).
Purtroppo, soprattutto in Italia, quasi tutte le aziende ancora trattano i consumatori da scemi. Spesso l'immagine della bicicletta viene strumentalizzata. Perché parlare di bici fa sempre una certa figura. In questo senso, sono parecchi i casi di pubblicità e prodotti ingannevoli. le operazioni di ripulitura aziendale non coinvolgono soltanto la bicicletta, ma anche le tecnologie fotovoltaiche, la riduzione dei consumi, ecc. Il risultato è che il web spesso smaschera queste imposture e la figura da scemi, alla fine, la fanno loro, le aziende, che alla fine cercano di porre rimedio, magari piantando qualche albero... Se non vuol essere scemo, il consumatore ha gli strumenti per comprendere dove c'è odore di bruciato. Se non vuole.
Sono molti i casi di greenwashing, in cui un'azienda, sfruttando la maggiore sensibilità degli utenti nei confronti del risparmio energetico, cerca di vendere aria verde, che in realtà è aria molto inquinata: il fatto di essere poco meno inquinante di prima non esclude il fatto che quell’aria sia ancora irrespirabile.

mercoledì 10 marzo 2010

Fabbrica di bici

Non so se avete mai visto come si costruisce una bici in fabbrica. Per me è stata una scoperta. Trovate il video qui. Credo che la Ccm, azienda canadese con una discreta storia alle spalle, non esista più. 

Ma non l'hanno ancora capito

«La scelta di Berlusconi è chiara: capire con sofisticati strumenti di indagine sociopolitica che cosa l’elettorato vorrebbe sentirsi dire e dirglielo. La scelta della sinistra dovrebbe essere radicalmente alternativa, visto che sul piano del marketing può solo perdere. La scelta dovrebbe essere la politica, nel senso più pieno e nobile del termine: offrire un orizzonte di valori e di proposte e indicare obiettivi attorno ai quali la gente possa riconoscersi e quindi possa contribuire attivamente a raggiungere. Uno straordinario leader politico riuscì a rompere il compatto monopolio del potere moderato e conservatore in un grande Paese europeo lanciando una parola d’ordine attorno alla quale costruì il consenso che lo fece vincere. La parola d’ordine fu: “Osare più democrazia”. La pronunciò Willy Brandt».

Fabio Barbieri [1947-2005], "La sinistra non sa osare", 3 marzo 2001.

Parola di Bernie Ecclestone

«Roma entrerà nel calendario del campionato mondiale di Formula 1 nel 2013. Avremo 20 gare e i team saranno soddisfatti». (Il Sole-24 ore, 10 marzo 2010)

«In molti modi, suppongo sia terribile da dire, al di là di ciò che ha fatto, Hitler era in grado di comandare molta gente e di fare le cose,  mentre la democrazia non ha fatto poi così bene a molti paesi, compresa la Gran Bretagna» (la Repubblica, 4 luglio 2009).

martedì 9 marzo 2010

Emergenza nucleare

Stanno giocando col fuoco alle nostre spalle. Ufficialmente, nessun candidato alla presidenza delle Regioni italiane ammette di essere favorevole al nucleare; intanto, il governo centrale ha già preparato i suoi piani. Entreranno in azione dopo le elezioni. Il primo sito della lista è Montalto di Castro: una parte della costruzione fu completata prima del referendum contro il nucleare, era il 1987, andai a votare: e vinse il no. A Montalto le linee elettriche sono già pronte, il sito è già proprietà dell'Enel. Ricordo che Francesco Rutelli si incatenò ai cancelli assieme ad altri. Bei tempi. Stamattina all'alba attivisti di Greenpeace sono saliti sul tetto della centrale, stendendo uno striscione.


''Il nucleare è una scelta sciagurata per l'Italia e una pericolosa perdita di tempo - sostiene Andrea Lepore, responsabile della campagna Nucleare di Greenpeace - tornarvi significa perdere oltre dieci anni per ritrovarsi poi con centrali nucleari obsolete e pericolose, e sprecare l'opportunità di investire nelle vere soluzioni per l'indipendenza energetica italiana e per il clima: rinnovabili ed efficienza energetica''.
Il governo, con la legge 99/2009, ha escluso le regioni da qualsiasi scelta relativa alla localizzazione dei siti nucleari: 13 regioni hanno fatto ricorso alla Corte Costituzionale.
Infatti il governo vorrebbe cambiare anche la Costituzione.Mezza Italia ha votato per la gente che adesso è al governo.
A Montalto, alle ore 13, a largo della centrale, sull’ammiraglia di Greenpeace, Rainbow Warrior, è previsto un concerto degli “Artisti contro il nucleare”: Adriano Bono & Torpedo Sound Machine, 99 Posse, Leo Pari, Piotta e Punkreas.

La fatica

«L’avvento del boom economico favorisce la motorizzazione (su due e quattro ruote) relegando a ricordo la fatica e il sudore della pedalata. All’inizio degli anni Settanta, con la crisi petrolifera, si registra un breve sussulto domenicale con la riscoperta delle due ruote. Ma l’età eroica delle due ruote è terminata. La bicicletta diviene esclusivamente un mezzo per trascorrere il tempo libero [...]».

Stefano Pivato, “Inno alla gioia. Elogio della fatica”, prefazione a In bicicletta. Memorie sull’Italia a due ruote, a cura di Stefano Pivato, Loretta Veri e Natalia Cangi, Il Mulino, Bologna, 2009.

venerdì 5 marzo 2010

La grande truffa delle energie sporche: finiranno presto

«Restano 60 anni di petrolio e 62 di gas, mentre per il carbone si sale a 216, ma, come ho detto, non potrà mai essere pulito. E sorprendente è che anche per l’uranio non si vada oltre 60 anni: se molte nazioni vogliono spendere miliardi per nuovi impianti nucleari, si indebiteranno senza speranza. Questi sono i conti e questa è l’economia!».

Woodrow Clark,(premio Nobel) su La Stampa, 2/3/10, p. 25.

Stile

«Basta mettere la testa nei nostri guardaroba, nei nostri frigoriferi, nei nostri garage, nelle nostre pattumiere. Se facessimo attenzione al nostro stile di vita, ci renderemmo conto di vivere addirittura nell’opulenza e nello spreco».
                     Francesco Gesualdi, Sobrietà, Feltrinelli, Milano, 2005

mercoledì 3 marzo 2010

Scenari

Tra 50 anni sarà finito il petrolio, tra 60 il gas. Cominciamo a preparare le nuove città ai nostri figli e nipoti. Un suv in un'aiuola nel parco: il monumento all'Inutile Cretino.

martedì 2 marzo 2010

Quando ci ricapita?

Seguiranno altri materiali sulla candidatura di Paolo Bellino "Rotafixa", come indipendente dei Verdi, alle elezioni regionali nel Lazio.

lunedì 1 marzo 2010

Qui ci ammazzano tutti

Venerdì stavo alla Critical Mass a Roma e ho avuto l'impressione di un ulteriore imbarbarimento del traffico automobilistico. Un Suv che schizza sulla corsia opposta a velocità folle e via dicendo. Piazza Venezia sembra Gotham City invasa da orde di auto impazzite. Stamattina ho sentito Riccardo "Fatgrav" di Colleferro. Ha avuto un grave incidente ma sta bene. Sabato sulla Casilina, verso le 18.30, con il casco e le luci accese, pedalava in salita. Un'auto guidata da un cretino doveva imboccare una traversa alla destra di Riccardo. Sparata, senza curarsi minimamente del ciclista, l'auto svolta e invade la corsia. Forse pensava di farcela a passare, e poi che si fottano questi ciclisti del cazzo. Riccardo capisce, si alza sui pedali. L'urto è fortissimo, ma viene colpita solo la bici. Un testimone racconta di un volo in aria di 3-4 metri. Riccardo viene portato in ospedale. Il tipo aveva avuto pure da ridire, questo stronzo. Naso rotto, gambe gonfie, molti lividi. Adesso sta a casa, più sotto shock che ferito. Prova quello che abbiamo provato tutti quando un'auto ci è venuta addosso, e abbiamo potuto raccontarlo. Stai bene, fratello. Un abbraccio.